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Quando un intoccabile non è più tale. Suso e una parabola discendente che deve preoccupare

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9 Aprile 2018 16:55 Di redazione
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Si è molto enfatizzato il momento poco felice di Jack Bonaventura che ieri sera, in maniera molto onesta e sincera, ha ammesso di essere nel suo momento di maggior difficoltà da quando veste la maglia del Milan. Ma c’è chi è sulla sua stessa strada, ma che viene beccato meno dai tifosi in quanto sta ancora riscuotendo il credito che si è creato nei mesi scorsi e anche, perché, i suoi errori appaiono come meno evidenti. Si tratta dello spagnolo Suso, che nell’ultimo mese e mezzo è stato l’assente ingiustificato ai gran balli che il Milan ha affrontato contro le grandi.

CALO –  Dopo la partita con la Roma, dove nel primo tempo si denotavano i primi segnali di decadimento nascosti dall’assist per Cutrone, Suso ha giocato pochissime partite su livelli accettabili, con la prova con il Chievo a spiccare su tutte. Già, il Chievo, un avversario di bassa classifica contro il quale è stato anche facile poter esprimere il suo repertorio. Poi, però, sono arrivate l’Arsenal (due volte), la Juventus e l’Inter. E in tutte queste partite, Suso è sparito dalla circolazione. Non si ha traccia di lui in match di cartello, ovvero quelle gare nelle quali avrebbe dovuto dimostrare ulteriormente una sua fase di crescita e dove, invece, è arrivato il certificato di bocciatura. Assente nella doppia sfida con i Gunners, impalpabile con i bianconeri e anche nel derby non ha dato segni di se. Una situazione preoccupante.

LIMITI –  Molti potrebbero obiettare che il rovescio della medaglia sulle prove di Suso sia positivo. Tale tesi sarebbe basata sul fatto che: “Se non crea niente lui, il Milan fa poco davanti”. Espressione parzialmente corretta, perché vanno analizzate le palle che Suso mette in area di rigore avversaria. Molte di queste, per mancanza di lettura dei movimenti che fa la prima punta, vengono fatte preda delle difese avversarie, che ormai sembrano aver capito come arginare il suo rientro sul mancino. Ci sono poi i palloni non serviti ai compagni che si sovrappongono o che tagliano dentro. In questi casi, Suso ondeggia troppo, perde tempi di gioco nel cercare di liberare il sinistro che, di volta in volta, gli viene chiuso dai difensori. Insomma, un parco mosse limitato al quale, col passare delle gare, gli avversari hanno preso le misure.

DIGIUNO –  Infine va evidenziato il suo digiuno da gol, che perdura dal 2 febbraio ovvero dall’eurogol con l’Udinese. Due mesi di bocca asciutta dove sono arrivati soltanto due assist vincenti. Numeri che denotano un calo del giocatore, che da scheggia impazzita, è passato ad essere – nell’ultimo periodo – meno decisivo e meno incisivo rispetto a quello che aveva fatto vedere con le squadre di fascia media. Con le grandi, anche nel girone d’andata, sono state più le ombre che le luci.

fonte: https://www.milannews.it/primo-piano/quando-un-intoccabile-non-e-piu-tale-suso-e-una-parabola-discendente-che-deve-preoccupare-291049

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