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Paolo Berlusconi: “Silvio fa rientrare capitali col closing? Vi spiego. Di Montella ha rispetto, però…”

Interviste
7 Marzo 2017 11:24 Di redazione
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Il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo, ha rilasciato un’interessante intervista all’emittente 7Gold riguardante il Milan. Ecco le dichiarazioni più significative: “Mio fratello è stato e sarà il presidente più amato dai tifosi rossoneri, quando prese il Milan gli avversari lo deridevano, poi abbiamo preso Gullit e Van Basten e sappiamo tutti come è andata“.

Si è sempre confrontato con gli allenatori, lui ha le sue idee che trasmetteva a noi giocatori dell’EdilNord quando ancora non eravamo al Milan. Di Montella ha grande stima e rispetto, apprezza molto la sua dialettica e la capacità di rapportarsi con i media e con la stampa senza andare mai sopra le righe a differenza di alcuni suoi predecessori, anche recenti. Però non è un segreto che non condivida alcune idee tattiche del tecnico“.

Travaglio ha decisamente passato il segno quando ha insinuato che Silvio ha sicuramente tanti soldi all’estero e che questa trattativa sia un modo per riportarli in Italia. Non so se gli avvocati di Silvio vorranno presentare un esposto. C’è molta cattiveria attorno a mio fratello. Chi millanta che questa operazione sia in realtà una messa in scena per far rientrare capitali esteri è in malafede, mio fratello all’estero ha solo una villa, e rigorosamente dichiarata. Pensare di fare una cosa del genere sotto gli occhi di tutto il mondo è da stupidi“.

Questo gruppo di investitori cinesi ha versato prima 100 milioni, e poi altri 100. Credo che sia la prova più evidente del loro interesse concreto e della volontà di chiudere l’operazione, poi ci sono stati degli avvenimenti che anche noi stiamo cercando di capire fino in fondo. Per colpa di norme del governo cinese siamo arrivati al closing e c’è stata una pausa. Di fronte a questo si potevano incamerare 200 milioni. L’atteggiamento giusto di mio fratello, che è oggi in essere, è di dare tempo una settimana per versare altri 100 milioni e di dare un mese di tempo per chiudere la trattativa. Io sono dell’idea che se per caso versassero 300 milioni e poi nel giro di un mese non fossero in grado di concludere, incamererei i 300 milioni e continuerei a gestire il Milan come famiglia Berlusconi, chiuderei la trattativa con i cinesi ma lascerei lo stesso loro la porta aperta. Questi investitori sono stati evidentemente presi in contropiede da una situazione imprevista, e quindi se tra un anno dovessero tornare a bussare con le dovute garanzie io mi sederei al tavolo, per come sono fatto io, dicendo, bene 300 me li hai già dati vediamo la rimanenza“.

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