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Milan, tra conti off shore e mercato bloccato il closing resta un mistero

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6 Gennaio 2017 12:21 Di redazione
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Un thriller internazionale, una sceneggiatura per un film sulla finanza. Appare così nelle ultime settimane la storia relativa alla cessione del Milan al colosso cinese. L’affare, uno dei più grandi della storia del calcio, è in via di definizione. Il fatidico closing ci sarebbe dovuto essere all’arrivo di una caparra. Proprio su quest’ultima, secondo alcune indiscrezioni riportate da Tuttosport Calcio e Finanza, ci sarebbero delle novità interessanti.

Infatti l’anticipo che sarebbe dovuto arrivare nelle casse del Milan avrebbe origine da un conto off shore delle Isole Vergini. Questo perché Yoghong Li, per accelerare i tempi rispetto alla burocrazia del governo cinese, avrebbe chiesto un prestito dal gruppo finanziario Huarong. Da Pechino, invece, affermano che i soldi provengono direttamente dalle tasche di Mr. Li e cioè dai capitali della SES Sino Europe Sports.

Intanto la società rossonera continua a nutrire forti dubbi sull’operazione, ritenuta poco trasparente, e che sta rallentando il mercato del club di via Aldo Rossi. Inoltre, dalla Cina arriverebbe un ulteriore ostacolo che potrebbe frenare l’affare. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, a causa delle spese assurde fatte in questi giorni da diversi club del campionato cinese, il governo del gigante asiatico starebbe per approvare una legge che porrà un tetto agli investimenti nel settore calcistico.

Insomma la trattativa tra Fininvest SES, la cui conclusione è stata già rinviata a dicembre 2016, dovrebbe concludersi entro il 3 marzo 2017. Entro quella data i cinesi, dopo aver già inviato la caparra, dovranno versare i restanti 320 milioni di euro per acquisire il 99% del Milan. Il closing è sempre alle porte, tuttavia ci sono sempre degli imprevisti che ne ritardano la realizzazione.

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