Leonardo e il no di Maldini ai cinesi: “Ero con lui, ecco tutti i retroscena”
Leonardo spiega i retroscena del rifiuto di Paolo Maldini alla nuovo proprietà cinese del Milan.
Il brasiliano durante la trasmissione Sky Calcio Club spiega che “è stato ai primi incontri con Paolo e i cinesi. Lui era assolutamente certo di accettare il ruolo, non aveva alcun dubbio, neanche aveva pensato ad un sì perché o ad un no perché. Se la sentiva dentro di lui. Poi ciò che lo ha portato al rifiuto sono stati l’approccio, il modo, la non conoscenza reale dell’avvenire, le persone con cui avrebbe interagito e la chiarezza del ruolo. Qualora dovesse arrivarmi la stessa proposta, ho letto il mio nome in giro, chiederei le stesse cose di Paolo. Lui ha soltanto richiesto di conoscere i proprietari e cosa vogliono, ma neanche Fassone li conosce pienamente e sa in toto cosa vogliono. Non sto mettendo il closing in discussione e si venderà a questo fondo che avrà un grande riferimento. Ma Maldini sarebbe rientrato in casa sua, lui ha fatto semplici domande per tutelare il Milan, capire meglio cosa c’è sotto. O veniva contattato fin da subito o veniva chiamato dopo il closing con un progetto ancor più chiaro“.
“Oggi – prosegue Leonardo – Paolo non ha esperienza dirigenziale, quindi sarebbe un ‘bambino’. Ma è stato ad alti livelli per una vita e capirebbe al volo ciò che deve e non deve fare. E lui ha grandissima voglia di entrare. Scegliendo Maldini sceglieresti una storia, un’immagine vincente. Poi la situazione si è persa tra giornali e altro. Quando mi contattò il PSG era tutto chiaro e tutto mi fu spiegato nei minimi dettali. Avevo visto gente che aveva voglia e passione nel migliorare la squadra. Qui purtroppo non mi sembra così e Paolo come avrebbe fatto ad accettare? E poi perché Paolo in passato non ha mai fatto nulla? Perché non è mai stato realmente coinvolto in niente che gli interessava davvero, e poi perchè sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il Milan a bussare, non lo aspettava ma se lo sentiva. Lui ancora è visceralmente legato al rossonero, ma è timido e difficilmente parlerà di queste cose alla stampa. Ripeto, quando fui scelto dal PSG tutto era già pronto. Oggi Paolo non avrebbe avuto la stessa cosa”.