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Juventus nei guai, l’avvocato Grassani: “Rapporti con la ‘ndrangheta, ecco cosa rischia”

Squadre rivali
30 Gennaio 2017 12:31 Di redazione
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Agnelli incontrava i mafiosi”, titolava il Fatto Quotidiano il 26 gennaio scorso, nel riferirsi ad un’indagine dalla Procura della Federcalcio che ha aperto un fascicolo sul presunto rapporto tra la dirigenza juventina e l’organizzazione criminale della ‘Ndrangheta. La vicenda riguarda il business del bagarinaggio che vedrebbe coinvolta la Juventus e i gruppi ultras bianconeri.

Juventus e 'Ndrangheta, nei guai i dirigenti bianconeri: "Ecco cosa rischiano"

L’avvocato Mattia Grassani ha dichiarato in merito: “L’art.1 bis del Codice di giustizia sportiva non prevede un minimo e un massimo sanzionatorio: tuttavia, in ipotesi di affermazione di responsabilità, allo stato tutta da dimostrare, escludo che il Tribunale federale possa irrogare la sanzione della penalizzazione di punti in classifica per il club bianconero. Appare certamente più probabile che, in sede dibattimentale, la Procura federale possa chiedere l’irrogazione dell’inibizione per le persone fisiche, sempre previa dimostrazione della loro colpevolezza“.

Il caso è relativo ad un accordo tra il club di Torino e i propri tifosi organizzati: questi ultimi avrebbero ottenuto biglietti gratis per assistere alla partite casalinghe della Vecchia Signora e in cambio, all’interno dello Stadium, garantirebbero ordine e sicurezza. La procura di Torino, a partire dal suicidio dell’ultras dei Drughi Raffaele Bucci, aveva già avviato un’inchiesta sul rapporto tra la tifoseria organizzata bianconera, la dirigenza della società e la ‘Ndrangheta.

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