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Boateng si racconta: “Il Milan un sogno, dopo ho iniziato a bere”

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8 Febbraio 2017 16:53 Di redazione
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L’ex giocatore del Milan Kevin Prince Boateng si è raccontato in una lunga intervista esclusiva al giornale britannico The Guardian. Il centrocampista ghanese, attualmente in forza al Las Palmas, ha parlato del suo incontro con Nelson Mandela che gli avrebbe offerto la mano della figlia.

Boateng ha ricordato l’episodio di cui è stato vittima, insieme ai compagni di squadra Emanuelson, Niang e Muntari, all’epoca della sua militanza rossonera quando in una amichevole con la Pro Patria alcuni tifosi locali gli rivolsero dei cori razzisti. Il calciatore dopo aver scagliato il pallone verso gli spalti in direzione dei tifosi si rifiutò di proseguire la partita ed uscì dal campo visibilmente irritato. Partita che fu sospesa per questo motivo e grazie alla solidarietà di tutti i giocatori in campo e di tutti i tifosi sugli spalti che applaudirono il calciatore staccandosi da quel piccolo gruppetto di facinorosi.

L’APPRODO A MILANO – Boateng si è poi dilungato sul suo approdo a Milano. Ha raccontato che dopo il Mondiale del 2010 mentre era in vacanza fu chiamato dall’agente che aveva chiuso un accordo col Milan. Una volta giunto a Milanello il ghanese non poteva credere ai suoi occhi: con lui in squadra c’erano, tra gli altri, Ibrahimovic, Robinho, Seedorf, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Thiago Silva, Ronaldinho e Jankulovski. Boateng racconta che chiamò immediatamente il fratello maggiore: “Questo è un sogno, non è uno scherzo. Sono seduto accanto a Pirlo. Ho il vecchio armadietto di David Beckham” e visto che il fratello non gli credeva gli inviò una foto.

SU IBRAHIMOVIC – Boateng ha poi avuto belle parole per Zlatan Ibrahimovic “Credi che sia arrogante e non un bravo ragazzo, ma lui è il contrario. Ride tutto il tempo, fa battute. Sul campo lui è molto serio, molto professionale. Ma fuori, è un ragazzo più divertente che mai“.

SU BERLUSCONI – Il calciatore ha parlato anche del suo rapporto col presidente Silvio Berlusconi: “E’ stato fantastico. Abbiamo avuto un rapporto speciale, un legame. Lui mi vedeva come una piccola stella e mi ha incoraggiato a tirare fuori quello che avevo dentro. Le mie migliori stagioni sono state a Milano, lui mi ha spinto molto. E sa di calcio, ha vinto 30 titoli. Quando lo incontri, lui brilla. Ti fa sentire che sei speciale. Questo era il suo dono“.

SUL TOTTENHAM – Infine ha raccontato la sua deriva una volta che è passato al Tottenham “a Londra, ogni notte rientravo ubriaco alle sei del mattino, mangiavo malissimo e sono arrivato a pesare 95 chili. Il tecnico Jol mi disse che non mi voleva più, a un certo punto però mi guardai allo specchio e mi vidi vecchio: fu la svolta, smisi di bere e uscire e mi presi cura del mio corpo“.

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